Studio di un' opera
Parte quinta
Gli anni del linguaggio: 1968-77
Da House II al Byker Wall
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Nuova libertà
Il capitolo "Nuova Libertà" descrive l'emergere di uno spirito di ricerca della libertà nella primavera del 1968, influenzato da movimenti come la liberazione delle donne e la lotta per i diritti delle minoranze. Questo fenomeno si ripercuote sulle manifestazioni pacifiste e sulle rivolte studentesche in varie città, generando una dimensione estetica di massa. Il rapporto tra dimensione estetica ed etica, presente fin dalle avanguardie artistiche, si manifesta nel 1968, influenzando il cinema e l'avvento del personal computer, che sfida la "potenza di calcolo" delle grandi aziende.
La sezione "Diagonal Experimentation" evidenzia la sperimentazione radicale nel design, a simboleggiare la ricerca di una vita libera. Progetti architettonici come il Parco Olimpico di Monaco e il grande ponte sullo Stretto di Messina riflettono questa spazialità diagonale. Negli Stati Uniti il Mummers Theatre e le proposte di Renzo Piano e Richard Rogers evidenziano la flessibilità degli spazi e l'adattabilità nel tempo. Il Centro Pompidou di Parigi, inaugurato nel 1977, è diventato un'icona influenzata dal maggio 1968 francese, segnando l'architettura contemporanea.
Nella sezione "La partecipazione" viene esplorata l'accelerazione del cambiamento sociale e culturale negli anni '70. L'"architettura della partecipazione" emerge come risposta alla disconnessione tra la realtà della vita e le decisioni centrate sull'architetto. Gli esempi includono progetti di Lucien Kroll, Herman Hertzberger e Aldo van Eyck. La partecipazione si estende a progetti su larga scala, come il complesso del Villaggio Matteotti di Giancarlo De Carlo, e a movimenti autorganizzanti e cooperativi, come il Cohousing nei paesi nordici. Nonostante lo sviluppo delle tendenze architettoniche convenzionali, rimane un interesse continuo per la partecipazione e l’etica in architettura.
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Al centro, la lingua
In "The Other Sixty-Eight" viene affrontato l'impatto del movimento del 1968 sulle arti e sull'architettura. La frase "Tais toi, oggetto" alla Sorbona simboleggia la dualità dell'affrancamento dalla schiavitù della merce e, allo stesso tempo, mostra un estremo apprezzamento per il linguaggio. In campo artistico emergono movimenti come l'Arte Povera e la Body Art, nonché approcci al linguaggio e all'astrazione nel Minimalismo e nel Concettualismo.
Viene evidenziato il conflitto in architettura tra impegno sociale e autonomia formale, esemplificato da Giancarlo De Carlo e Aldo Rossi. Il dibattito filosofico sulla linguistica strutturale influenza l’architettura, polarizzando le opinioni sul linguaggio architettonico. La sezione "I NY Five" presenta Peter Eisenman e altri architetti che, influenzati da Chomsky e dall'arte concettuale, ricercano l'essenzialità e l'assoluta crudezza delle forme. Eisenman sostiene che l'architettura è un “testo” svincolato da significati ideologici o sociali.
Nella sezione “Case” viene esplorata l'architettura concettuale e teorica di Peter Eisenman, che utilizza disegni assonometrici per illustrare l'evoluzione generativa delle sue opere. Viene introdotta la nozione di "Architettura di cartone" e vengono esaminate influenze come il purismo lecorbusierano e il neoplasticismo. Eisenman si presenta come intellettuale e professore, e il suo contributo si distingue per la sua dimensione riflessiva.
In "Differenze e diagrammi" vengono descritte le esplorazioni estreme di Eisenman e di altri architetti. John Hejduk sperimenta volumi puri, Michael Graves utilizza collage e colore e Richard Meier si concentra sull'organizzazione funzionale. Negli anni Settanta si osserva un'esaltazione della ricerca grafica, mentre altri architetti come Álvaro Siza, Tadao Ando e Mario Botta esplorano varie direzioni, mostrando la diversità di approcci sulla scena architettonica internazionale.
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Post-mo
Nella sezione "Inclusivismo", Charles Jencks, con la sua opera "Post Modern Architecture" del 1977, innesca un cambiamento critico nell'architettura. Sostiene un’era inclusiva e libertaria, proponendo il ritorno della figurazione e la riduzione del divario tra l’architettura d’élite e quella popolare. Si ispira a elementi del patrimonio classico per promuovere la diversità e l'apertura al molteplice, in linea con la condizione postmoderna che rifiuta le grandi narrazioni.
La sezione “Il Museo” evidenzia la trasformazione verso una crescente attenzione ai temi museali avvenuta nel 1973, segnato dalla crisi petrolifera. Architetti come James Stirling e Hans Hollein adottano posizioni manieriste, fondendo riferimenti storici con logica espressiva e creativa nelle loro opere museali. La Germania diventa l’epicentro di questa trasformazione, abbracciando la diversità e l’integrazione con l’ambiente urbano.
In "Il centro è dove si trova l'azione", viene discussa l'architettura emersa dal movimento libertario del 1968, sottolineando una crisi della disciplina e la perdita di forza innovativa dei movimenti radicali degli anni '60. si evidenzia il pensiero postmoderno, l’ottenimento di pochi nuovi spazi di lavoro, l’importanza di rompere i dogmi e cercare ispirazione fuori dai circuiti consolidati. Il testo si conclude citando il suicidio di Takis Zenetos nel 1977, evidenziando il suo contributo unico all'architettura e la tragica perdita del suo pensiero.
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